QUELLO CHE LE CRONACHE NON DICONO SUGLI ANZIANI "TORTURATI" A SANREMO
E' vero che nelle cronache italiane non è la prima volta che emergono violenze ai danni di anziani accolti in residenze protette. Ma occorre dire con chiarezza che alla Casa di Riposo "Giovanni Borea" di Sanremo si è consumato un delitto senza precedenti. Trattasi infatti di una struttura a carattere pubblico perchè gestita da un Consiglio di Amministrazione di una Fondazione i cui membri sono espressione del Comune di Sanremo.
Quanto accaduto non può essere "risolto" con i sette arresti degli autori diretti dei maltrattamenti ma dovrebbe essere oggetto di un dibattito generale che si allarghi a tutte le Regioni e Comuni italiani dove non sono rare le violazioni di normative nazionali e regionali. Queste violazioni rappresentano il fertile substrato di violenze e ripetute mortificazioni dei diritti e della dignità delle persone.
La Regione Liguria come tutte le altre regioni italiane ha il proprio Piano socio-sanitario dove sono scritti i requisiti per ottenere autorizzazioni e accreditamento delle strutture residenziali, dove esiste un piano formativo e di aggiornamento del personale socio-sanitario.
Tutti gli enti locali costruiscono le proprie normative su standard assistenziali nazionali per assicurare i cosiddetti "LEAS" livelli essenziali di assistenza sanitaria e i cosiddetti "LIVEAS" i livelli essenziali di assistenza sociale.
A titolo di esempio, in una casa di riposo con autosufficienti il rapporto operatori utenti dovrebbe essere di 1 a 20 mentre in una casa di riposo con persone parzialmente autosufficienti il rapporto dovrebbe essere di 1 a 6 per aumentare ancora in caso di utenti più gravi.
Le normative nazionali e regionali prevedono, come condizione "sine qua non" per l'autorizzazione e l'accreditamento di una struttura, requisiti strutturali ma anche l'obbligo dell'impiego di qualifiche professionali adeguate. Nel caso specifico della Casa di Riposo con anziani non autosufficienti è prescritta l'assunzione di infermieri professionali, OSS, operatori socio-sanitari regolarmente qualificati attraverso un corso regionale, assistenti sociali, educatori professionali, coordinatori provvisti di relativa qualifica universitaria. Dovrebbero scattare controlli periodici da parte dei Comuni per quanto riguarda le case di riposo a carattere socio-assistenziale e da parte delle Regioni per quanto riguarda le case di cura a carattere sanitario e socio-sanitario, pubbliche e private.
Quanti di questi requisiti strutturali e di dotazione organica qualificata erano presenti nella Casa di Riposo "Giovanni Borea" di Sanremo? E quanti di questi stessi requisiti sono presenti nelle migliaia di case di riposo e di cura di tutto il territorio nazionale?
La responsabilità pertanto va estesa a monte: ai politici e ai dirigenti di Regioni e Comuni, e non limitata ad alcuni operatori, magari senza titolo e formazione, colti in flagrante attraverso telecamere nascoste. E' gravissimo il fatto che debba essere la Guardia di Finanza, e non un sistema automatico di accurate ispezioni amministrative, a scoprire una condizione permanente di maltrattamento di persone fragili, per di più ricoverate in una casa di riposo "comunale".
Domenico Ciardulli, Educatore Professionale