IL DRAMMA DELLA DEMENZA SENILE E IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI DI PROSSIMITA'
L'uxoricidio e il contestuale
tentato suicidio avvenuto in una zona di Roma, che vede protagonisti due anziani
ultraottantenni, fa riemergere il dramma delle tante famiglie lasciate sole a
combattere il morbo di Alzheimer o, in generale, il disagio psicofisico di uno
dei propri membri.
Questi episodi di violenza domestica saranno, a mio avviso, sempre più
frequenti, se non si affronta con politiche sanitarie e sociali più efficaci il
problema dell'assistenza ai disabili e del supporto alle famiglie.
Può accadere, ad esempio, che alcuni medici curanti non segnalino ai servizi
comunali un anziano loro assistito pur avendone constatato i primi sintomi di
demenza. Allo stesso modo può accadere che i servizi sociali non si mettano in
contatto con il medico per attivare l'unità di valutazione geriatrica e stilare
insieme un piano di assistenza individuale. Il Piano regolatore sociale di Roma
rimane spesso pura teoria senza seguito. Eppure quel Piano regolatore prevede
stanziamenti rispettabili per l'istituzione di centri diurni municipali e/o di
"letti sollievo" a sostegno delle famiglie con malati. Invece, scandalosamente
accade che in una città con oltre tre milioni di abitanti vi siano poco più di
una decina di veri centri diurni realmente attrezzati e qualificati. Allora
perchè non rivedere i piani di zona, uno per uno, e selezionare meglio i
progetti e i finanziamenti, facendo in modo che, in quella sede, i medici
curanti, le assistenti sociali dei municipi e delle cooperative, gli educatori e
gli infermieri domiciliari si parlino tra di loro su un piano di pari dignità e
strutturino un migliore coordinamento attivo sul territorio. Il mandato
istituzionale dei servizi sociali e sanitari è quello di dare risposte alle
esigenze dei cittadini più deboli e non, come accade sovente, alle lobbies
politico-elettorali del Terzo Settore.
Domenico Ciardulli