VENDOLA E FINI IN CORSA PER PALAZZO CHIGI

Non c'è dubbio! Tra sei mesi saranno loro i candidati a Premier dai due schieramenti principali: Nichi Vendola e Gianfranco Fini. Il paese che si sta immergendo in una grave crisi economica e occupazionale scommetterà tra due visioni diverse del futuro incarnate in due personaggi politici ancora sulla cresta dell'onda. Entrambi provengono da formazioni politiche neonate, partorite da travagliate fusioni e scissioni. Entrambi siedono su scranni istituzionali, Vendola come presidente della Regione Puglia e  Fini come presidente della Camera dei Deputati. Tra i due non sono mancati reciproci indiretti apprezzamenti: Intervistato su La7 il 16 luglio scorso,  Vendola ha detto: "Se vinco le primarie sogno Fini come Avversario" e Fini, qualche giorno dopo, incrociandolo nel transatlantico, lo ha abbracciato.

Sarà un bel duello, probabilmente sarà il primo duello nella storia della Repubblica che deborderà dagli schemi tradizionali dei sondaggi. Una buona parte degli astensionisti ritornerà a votare fregandosene altamente dell'inquadramento ideologico dei candidati e si starà attenti più alle loro argomentazioni e alle loro ricette per uscire dalla crisi che alle classiche sponde partitiche di provenienza.

Rimane un piccolo grande problema: sapranno i due candidati far uscire la politica dallo stagno maleodorante in cui è finita? Quale nuovo sentiero riusciranno a percorrere per portare una qualche novità nel panorama politico prettamente gerontocratico e bacchettone?

La straordinaria novità è che i due candidati hanno in comune un fantastico obiettivo economico: Fini propone di alzare la tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5 % al 25%, un obiettivo che è stato sempre il cavallo di battaglia del partito di Rifondazione comunista da cui proviene Vendola.

Certo, non è rassicurante pensare all'apparato che li ha circondati entrambi e che forse li circonda ancora. Dietro Vendola ci sono personaggi che hanno governato con Veltroni e con Marrazzo e, da assessori, non hanno apportato, a mio avviso, nessun contributo innovativo nella politica pubblica, anzi, hanno sposato, come sempre, la pratica delle lottizzazioni, dello spoil system e della realpolitik che rinnega la "mission" ideale originaria. Allo stesso modo i colonnelli di Fini hanno percorso le stesse logiche appropriandosi di posti negli apparati pubblici, nei meandri rai, negli anfratti postali ecc ecc.

La speranza di un riscatto della politica e di un colpo di reni di Vendola e Fini dovrebbe provenire, speriamo, dalla gravità del momento, da cifre galoppanti di disoccupati e licenziati, dalle esasperazioni dei pastori sardi, degli operai della Omsa, dei cittadini costretti a subire l'imposizione di nuovi inceneritori e di nuove discariche senza alcun coinvolgimento e partecipazione preliminare. Ai due candidati novelli non sfuggirà stavolta la disperazione dei cittadini che perdono i propri cari per colpa di una sanità malata e corrotta. Non sfuggiranno i suicidi di tanti detenuti stipati in carceri inumane e degradanti, dei tanti operai che cadono dalle impalcature o vengono schiacciati da un muletto o da una lastra di cemento.

Immagino che le rispettive tifoserie dei due candidati esigeranno facce nuove e metodologie diverse dal passato, con un programma di governo innovativo che possa invertire la direzione di marcia e risollevare le sorti economiche e morali di questo paese.

 

Domenico Ciardulli

http://www.ciardullidomenico.it 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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