Banditismo e coop sociali,

crimini impuniti del "NoN Profit"

E' in arrivo la Festa nazionale del Lavoro e ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente un episodio accaduto nell'ambito delle cooperative sociali che fa accapponare la pelle. Trovandoci per caso su una pagina facebook di educatori professionali con 4348 membri, leggiamo lo sfogo di una neolaureata in cerca di lavoro. Il 28 maggio 2012, ventisette minuti dopo la mezzanotte, la giovanissima Giuliana così descrive il suo colloquio di lavoro presso una Casa famiglia:

"AIUTATEMI A CAPIRE: Oggi ho sostenuto un colloquio con la responsabile di una casa famiglia molto distante da casa mia. Nonostante la distanza, ci sono andata perchè volevo fare esperienza del colloquio, capire cosa potevano offrirmi... Mi è stato riferito che facendo turni di 5 giorni a settimana (di 6 ore) lo stipendio base (pagato ogni 2 o 3 mesi) è di 500 euro, ma in busta paga me ne escono 1000 e siccome le banche oggi controllano ogni cosa, il bonifico verrà fatto di 1000 euro ma sarò io a dare loro i restanti 500 euro in "esubero" sul mio conto! In più devo essere automunita x andare a prendere i bambini a scuola, al catechismo, in un paese poi ke nemmeno conosco! Non è sfruttamento questo? perchè se la mia busta paga dovrebbe essere di 1000 euro io dovrei percepirne 500?" in un successivo commento Giuliana scrive: ... sn stata e sto ancora malissimo! Mi sn scoraggiata xkè ... ero felice ieri, pensavo di aver trovato subito lavoro a distanza di una settimana dalla laurea! Nn posso accettare xkè mia madre mi ha ftt notare ke se in busta segnano 1000 ma io ne percepisco 500 euro, il reddito sale e nn potrò + beneficiare di tasse universitarie + basse e altro, visto ke campiamo cn la penisone di invalidità di mio padre.. e x cosa poi?! x una busta paga fittizia! Sn prp amareggiata...

Il post di Giuliana ha scatenato sgomento e una valanga di reazioni ma nessun reazione, a nostro avviso, sarà abbastanza adeguata alla gravità di questo episodio se esso rimane tra le pieghe nascoste di una stanza virtuale del social network. Si potrebbe aprire un vero e proprio dossier per la guardia di finanza se si approfondissero altre testimonianze sull'argomento come, ad esempio, questo successivo commento di Emanuela:

"Cara Giuliana non ti scoraggiare, anch'io sono della tua stessa zona ed è quasi 1anno che sono laureata. Di esperienze come le tue ne ho avute diverse e credimi lo scoraggio è stata la prima sensazione che ho avuto.. la mia ultima stupenda esperienza è stata 1 offerta  x otto ore al giorno per duecento euro al mese con stipendio ogni due... pensa un pò... Coraggio!!!!"

Sono tempi importanti per il "Non Profit" perchè si avvicina la scelta da fare sulla dichiarazione dei redditi  per offrire ad enti e associazioni il 5 per mille ma è lecito domandarsi di quale "Non Profit" parliamo se esistono cooperative sociali che gestiscono case famiglia e instaurano rapporti di lavoro come quelli prospettati alle nostre colleghe Giuliana e Emanuela?

Non è facile far emergere quanto denunciato perchè probabilmente non c'era un registratore o una videocamera nascosta ma forse basterebbe una semplice ricerca individuando tutti coloro che hanno sostenuto il colloquio di lavoro presso quella casa famiglia.

Sarebbe bello se gli alti dirigenti del Terzo Settore (ad esempio Legacoop, Confcooperative, AGCI ecc. ecc) e lo stesso Ministero del Lavoro facessero un pò di trasparenza e pulizia all'interno di queste organizzazioni grandi e piccole dimostrando così la ferma volontà di far prevalere la coerenza "Etica" che sta alla sua base. Non deve prevalere il "banditismo sociale" perchè fa danni sociali enormi, non solo agli operatori, educatori, AEC, ma anche alla qualità stessa del servizio che viene offerto alle persone svantaggiate.

Le cronache passate e recenti sono piene di brutture, eccone alcune:  ►Lombardia, ►Toscana  ,► Lazio .... Quest'ultima vicenda romana sembra essersi conclusa da poco con una transazione di qualche decina di migliaia di euro a favore dell'operatore licenziato. Sia il romanzo autobiografico di Luca Nardini sia le vittorie in tribunale dell'operatore sociale Giampietro rappresentano speranza per tutti noi, ribellarsi alle ingiustizie e ai soprusi è possibile. Chi lavora nelle cooperative sociali e nel Non Profit (Oss, educatori, assistenti sociali ecc ) non può restare in silenzio. Esiste una dignità professionale e motivazionale da tutelare.  La rassegnazione e la passività comprometterebbero sempre di più la qualità del lavoro e la qualità di servizi pubblici essenziali per i cittadini. 

Domenico Ciardulli, Educatore Professionale

ARTICOLO PUBBLICATO ANCHE SU:   ► Reset Italia   ► Bellaciao.org  ► Indymedia  ► Fermentocivico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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